Alla Norvegia sarebbe sicuramente seguita la Lapponia se non fossimo stati omaggiati dell’aurora boreale allo stremo delle nostre speranze, durante l’ultimissima notte del soggiorno nel nord di questo Paese che fa da delicato contorno alla selvaticità della natura che lo accoglie. Eravamo infatti di ritorno in terre nordiche a caccia della signora in verde, che un anno prima non aveva ritenuto fosse ancora tempo di occupare il nostro spazio di cielo islandese. A tal proposito, ti consiglio caldamente di leggere anche il mio itinerario di 3 giorni in Islanda d’inverno, altra meta perfetta per rincorrere le luci del Nord. Lì trovi per di più consigli preziosi – in quanto testati – sull’abbigliamento idoneo ad ambientazioni situate in prossimità od oltre il Circolo Polare Artico (se sei di corsa leggi direttamente gli Icelandic Tips in fondo al racconto).
Ho pensato a questo articolo come a una guida pratica ed efficace che rifletta nel dettaglio la cura e la ricerca sulle quali disegnai l’itinerario di 6 giorni che nel gennaio 2017 ci riportò a sfidare le tempeste di neve, il ghiaccio sull’asfalto delle strade e il gelido, ma amico, vento polare, certi che quella volta ce l’avremmo fatta a catturarla. Un itinerario in Norvegia nel quale ogni particolare, dai trasporti agli alloggi, ove possibile, è stato pensato e incastonato a misura d’aurora boreale. Se sei qui è perché anche tu in fondo ce l’hai tra i tuoi sogni nel cassetto, o magari vorresti rivederla sotto altre spoglie. O più semplicemente, non ti stancheresti mai di vederla apparire alla tua destra mentre fai ritorno alla macchina perché forse dimentico di averla chiusa. Gli abitanti di quei luoghi talvolta la chiamano rispettosamente la signora in verde; a dire il vero quando si è baciati con forza dalla dea Fortuna può darsi che ti si presenti in diverse sfumature, dal rosa tulipano al viola acceso, dall’azzurro celeste al verde acqua, senza lasciare l’arancione al via. Bisogna solo ricordarsi che non è la meta ma il cammino ciò che conta e che resta. Non solo il perché le fai le cose, ma soprattutto il come. Che tu lo trova o meno il tesoro che cerchi a cielo artico aperto, sarà comunque il viaggio che ti mancava nel Paese che conta ben 18 Strade Turistiche Nazionali.
Come spiego nel mio precedente articolo sull’Islanda e come la Norvegia ne è l’esempio compiuto, per andare a caccia di aurora boreale è necessario recarsi in determinati Paesi del nord a elevata latitudine dell’emisfero settentrionale, in regioni che si trovino inoltre all’interno del cosiddetto ovale aurorale (in inglese si riferiscono al fenomeno anche usando l’espressione northern lights, luci del Nord, per questa ragione). Islanda, Norvegia, Svezia, Finlandia, Russia, Groenlandia, Canada e Alaska, per capirci, ma nelle aree a ridosso e al di sopra del Circolo Polare Artico prima menzionato – tecnicamente il parallelo 66° 33′ 39″ Nord, che tra l’altro è anche il punto più meridionale dal quale si può assistere al Sole di Mezzanotte in estate, da aprile a inizio settembre. È quando il sole non tramonta mai e rimane basso, immobile e splendidamente luminoso più o meno all’altezza dell’orizzonte per la durata dei mesi estivi. Tutto ciò ci porta dunque alla nostra Norvegia del Nord, che ha inizio dove la rete ferroviaria locale si interrompe: l’ultima fermata in direzione fine del mondo, Bodø, cittadina fortunatamente ancora poco conosciuta all’estero, ma molto frequentata dai norvegesi per turismo locale.
Al solito, in fondo al post trovi lo specchietto sommario dei costi individuali considerando una camera quadrupla (consigliato oltremisura per risparmiare di molto – la Norvegia è assai cara). Per agevolarti nella visualizzazione mentale degli stessi, ho preferito indicare i prezzi in Euro piuttosto che in NOK, o Corona norvegese. Infine, siccome i pasti sono un elemento della giornata estremamente personale a mio modesto parere, negli articoli di rasoterra raramente troverai esplicite raccomandazioni gastronomiche, se non quando ne va della comodità, del notevole risparmio o dell’oggettivo e imperdibile patrimonio culinario del luogo.
Disclaimers – mi scuso in anticipo per l’assenza di foto personali in buona parte del viaggio in quanto a distanza di 4 anni ho purtroppo perso tutto il grosso del materiale. Spero di recuperare inserendo immagini ugualmente significative e al contempo fedeli alla realtà. In questo articolo, inoltre, faccio riferimento a diversi link utili esterni prettamente in lingua inglese. Qualora non fosse ideale per te, ti suggerisco di impostare il servizio gratuito di traduzione automatica delle pagine web verso l’italiano che offre Google Chrome nelle sue impostazioni. O in alternativa contattami pure, sarò ben felice di aiutarti se posso.
Perché la Norvegia per la ricerca dell’aurora boreale
“Tra tutti gli altri posti che mi hai citato”, starai anche aggiungendo in fila nei tuoi pensieri. Ebbene, la Norvegia è notevolmente più economica della vicina Lapponia, che è una destinazione per lo più esclusiva; ha metà del suo territorio localizzato ben oltre il Circolo Polare Artico rispetto all’Islanda che invece vi è solo prossima, ma comunque al di sotto, e che quindi offre probabilità decisamente inferiori di inciampare nelle luci del Nord; risparmi di biglietto aereo se prendi in considerazione la Russia, il Canada e l’Alaska, e si tratta di un luogo infinitamente frastagliato nella morfologia e nell’offerta esplorativa, dotato per giunta di una rete di infrastrutture di trasporto eccelsa lungo tutta la superficie sino a Capo Nord, che non permette di annoiarsi e ti concede la possibilità di visitarlo in lungo e in largo sfruttando al massimo i pochi giorni che potresti avere a disposizione. La pianificazione è però d’obbligo, perché frequentemente vi possono essere decine di ore di spostamenti da una città alla successiva base.
Qualora non ti avessi ancora convinto, ti basti sapere che il primo osservatorio dell’aurora boreale al mondo è stato costruito in Norvegia, nella città di Alta (situata nella contea più a nord del Paese) alla fine del XIX secolo, facendole così guadagnare il meritato soprannome di “Città dell’aurora boreale”.
Norvegia, quando partire e quando andare a caccia d’aurora boreale
L’aurora boreale è un fenomeno luminoso naturale che si verifica in Norvegia con forte frequenza nelle serate da fine settembre a fine marzo, soprattutto tra le ore 19 e le ore 2 di notte, ma per essere visibile all’occhio umano il cielo deve essere completamente limpido o solo parzialmente coperto da nuvole, e il clima freddo e asciutto. I particolari colori di un’aurora dipendono dall’intensità della fisica dietro di essa, cioè da quali gas sono presenti nell’atmosfera, dal loro stato elettrico e dall’energia delle particelle che li colpiscono. Evita le notti di luna piena e cerca sempre luoghi isolati e lontani dall’illuminazione artificiale per aumentare le probabilità di spettacolo. Generalmente, tutti i Paesi coinvolti dal fenomeno mettono a disposizione uno strumento online di consultazione metereologica dell’attività aurorale prevista ora per ora. Trovi quello relativo alla Norvegia – Norway Lights – qui. Da consultare ogni due ore circa perché le previsioni cambiano costantemente per tua (probabile) gioiosa sorpresa. Pro tip: da poco la Norvegia ha sviluppato l’omonima app per Android, iOS e Windows da scaricare comodamente sul tuo telefono.
Tappa 1 – Bodø
Come arrivare a Bodø
Per giungere alla cittadina di Bodø, nella contea di Nordland, distretto di Salten e appena a nord del Circolo Polare Artico, tappa che segna perciò l’inizio della nostra avventura polare, vi sono due opzioni principali, da ponderare in base alla durata prevista del tuo viaggio. La soluzione più rapida è quella aerea: si può infatti volare da Oslo con una compagnia locale quale la SAS e la Norwegian in solamente un’ora e 30 minuti, o prenotare un volo diretto dall’Italia o con 1 scalo nel Nord Europa. L’aeroporto è poco fuori città. L’alternativa lenta ma indimenticabile è invece quella ferroviaria. Seppur si passino circa 18 ore e 1.193 km sul treno che da Oslo raggiunge l’ultima fermata a nord sulla linea nazionale – Bodø per l’appunto – la tratta The Nordland Railway che collega Trondheim a quest’ultima (circa 10 ore di viaggio) è tra le più spettacolari d’Europa in quanto passa attraverso il parallelo del Circolo Artico (segnato da piramidi di pietra su entrambi i lati del binario), panorami magnifici ricchi dei tipici fiordi e cascate, fiumi ghiacciati, foreste e imponenti montagne innevate. È possibile prenotare la corsa notturna da Oslo a Trondheim e la successiva corsa diurna da Trondheim a Bodø per poter godere della vista panoramica, o viceversa per sperare che l’aurora boreale erompa nel cielo invernale a forza di fissarlo con tanto ardore e ci colori le pupille.
Avendo noi scelto l’aereo per motivi di tempistica, preferisco non entrare eccessivamente nel dettaglio del viaggio in treno, di cui puoi comunque trovare tutte le informazioni sul sito di rivendita ufficiale delle ferrovie norvegesi (solo in inglese). I biglietti partono da circa 20 euro solo andata se acquistati con molto anticipo, cuccetta a due posti esclusa. Questa ha una tariffa fissa di 95 euro in più rispetto al costo del biglietto del treno, indistintamente che si prenoti per uno o due passeggeri, che è comunque una buona soluzione per risparmiare sulla notte in alloggio.
Come muoversi una volta in città e dove alloggiare massimizzando le probabilità di aurora boreale in Norvegia
L’auto a noleggio è sempre la miglior scelta quando ci si trova in zone remote del mondo nel bel mezzo del cammin d’inverno, e a maggior ragione se si ha un’aurora boreale da rincorrere. L’indipendenza negli spostamenti è d’obbligo per massimizzare le poche ore di luce disponibili e il raggio di perlustrazione e d’avventura sia di giorno che di notte. Il bello di questi luoghi è che il percorso stesso è meraviglia, pertanto persino i lunghi tragitti in macchina ti parranno voli in elicottero dallo sguardo ammaliato. Noi ci siamo affidati all’agenzia di noleggio Enterprise dell’aeroporto locale contattandoli direttamente via mail a bodo.airport@enterprise.no qualche settimana prima di arrivare a destinazione, contatto gentilmente fornitoci dalla nostra accommodation che ti menzionerò di qui a poco. Col senno di poi, raccomanderei a tutti di procedere in tal senso in quanto tramite la stessa filiale e un fitto ma immediato scambio di mail siamo riusciti a negoziare e a prenotare finanche l’affitto della macchina di Tromsø, ultima tappa del nostro itinerario. L’inglese in questo caso è imprescindibile; altrimenti, il caro buon Rental Cars non delude mai. Personalmente ho riscontrato che i prezzi delle 4×4 in Norvegia siano esorbitanti rispetto all’Islanda, per quanto necessari ai fini della sicurezza alla guida in inverno. Abbiamo dunque optato per un veicolo di medie dimensioni tipo Ford Focus onde evitare di finire fuoristrada o di rimanere bloccati tra le decine di metri di neve fresca.
Tieni presente, peraltro, che la Norvegia è costituita da oltre mille fiordi lungo l’intera costa, simbolo caratteristico della sua bellezza autoctona, ovvero bracci di mare che si insinuano spesso molto profondamente nell’entroterra, che lì attorno rimane sovrastando i tranquilli laghi d’acqua salata formatisi dall’alto delle imponenti montagne che forse avrai visto in foto quà e là. Sovente questi fiordi e penisole sono collegate tra loro da traghetti, ponti o strade, seppur non sempre, e quando ci si deve affidare a traghetti o ponti a livello con frequenza questi funzionano solo entro certi orari o secondo precise cadenze temporali per permettere il traffico marittimo o per motivi di servizio. Fuori da tali tempistiche, bisogna armarsi di molta pazienza in attesa che il ponte torni accessibile o nel caso peggiore arrangiarsi con itinerari alternativi a lunghissima percorrenza che ti permettano di fare il giro del fiordo e giungere al successivo. Ergo, cerca di informarti preventivamente degli eventuali ostacoli stradali che potresti incontrare, come la presenza e i relativi orari dei traghetti e dei ponti a livello da attraversare, così da poter organizzarti al meglio ed evitare di perdere tempo prezioso. I proprietari degli hotel e i locali a cui ti affiderai per le esperienze sul posto sono estremamente gentili e premurosi, perciò non esitare a chiedere loro qualunque tipo di indicazione che possa rispondere a tuoi dubbi o preoccupazioni, sia in merito al percorso che in merito alle attività in loco.
Per quanto riguarda l’alloggio, non potevamo capitare in luoghi migliori né qui né altrove durante tutto il viaggio in Norvegia del Nord. Presa la macchina in aeroporto (che lasceremo poi nella filiale in centro città vicina al porto), ci siamo diretti subito a Brekke, sotto Misvær, località immersa nella natura selvaggia dell’entroterra di questa regione, a 70 km da Bodø (un’oretta di viaggio da un fiordo all’altro), per raggiungere le capanne artiche di Vestvatn – Arctic Cabins. Sono nove confortevoli bungalow in legno progettati in stile rustico e adattati al clima polare della regione, ispirati alla forma delle tradizionali tende (lavvo) dei Sami, uno dei gruppi indigeni della Scandinavia settentrionale. Ognuno ospita fino a cinque persone, un cucinotto e un bagno privato (le docce sono invece in comune) a un prezzo davvero vantaggioso se si è in più di due. Vi è anche uno chalet ristorante con lunghe tavolate tipiche della convivialità nordica, per la quale il mangiare dev’essere fatto in condivisione, che serve colazione, pranzo e cena à la carte, dalla pasta al pesce appena pescato nei dintorni, alla carne di selvaggina locale. Ai fini del risparmio, conviene comunque fare un po’ di spesa in qualche paese lì intorno e calorosamente arrangiarsi alla bell’e meglio in camera.
Oltre alla bellezza dell’autenticità del luogo, terso ed essenziale, completamente circondato dalla foresta scandinava, e all’economicità del soggiorno, i punti forti di Vestvatn sono proprio la posizione e i contatti dei proprietari che rendono possibile vivere la Norvegia a 365 gradi in accordo con i molteplici interessi, curiosità e desideri di ciascun ospite. Infatti, che sia estate o inverno, la struttura e i spettacolari dintorni selvatici mettono a disposizione una quantità di esperienze all’aperto da capogiro, anche per il prezzo, dunque l’oculatezza premia pure in questo caso: immagina pesca sul ghiaccio, ciaspolata nella neve dell’ecosistema polare a base di abeti e laghi ghiacciati all’improvviso, sci di fondo e sci alpino nel miglior stabilimento di Bodø a pochi metri dalle camere, dog sledding (la corsa in slitta trainata dai cani), che abbiamo invece scelto di fare a Tromsø perché offriva un’esperienza più completa, essendo la città uno dei fulcri di questo popolare sport nordico. D’estate, invece, la proprietà offre passeggiate a cavallo nella natura, pesca d’acqua dolce (sì, i salmoni norvegesi) o nei fiordi salati, noleggio di bici, canoe e barchette a motore, tiro con l’arco e una varietà infinita di itinerari di trekking. Per darti un’idea dei prezzi, due ore di ciaspolata guidata nei boschi più l’attrezzatura a noleggio da usare liberamente per il resto della giornata ammontava a Euro 100,00 a persona all’epoca. Quando il buio prende il sopravvento verso le ore 15:30, poi, i bungalow si trasformano nell’ambientazione da sogno per la comparsa dell’aurora boreale in Norvegia, nella totale oscurità quand’anche interrotta dalle luci che rischiarano il patio delle capanne. Noi abbiamo dovuto aspettare un pochino di più, ma è andata bene così.
che si possono organizzare (questa è la ciaspolata) – © alpine-guides.com
Tipica casa norvegese in legno dipinto di rosso A destra il mare
Luoghi speciali a Bodø
Vorrei finire di raccontarti di questa rinfrescante prima parte di viaggio elencandoti brevemente le 6 cose da visitare assolutamente a Bod – durata del viaggio permettendo – considerata la capitale culturale della Norvegia del Nord per i musei di spicco e le manifestazioni di interesse culturale che riempiono il calendario urbano tutto l’anno (sarà difatti la Capitale Europea della Cultura del 2024):
- First thing first, l’aurora. Se preferisci alloggiare a Bodø città o nelle vicinanze, Mjelle Beach e l’altopiano di Keiservarden sulla cima della collina di Veten (entrambi a 28 minuti dal centro tra il percorso in auto e quello a piedi che parte dal parcheggio adibito) sono due luoghi magnifici lontani da tutto il fragore che non serve quando si tratta della signora in verde. Da visitare anche alla luce del giorno per delle viste da istantanea all’istante. Prima con gli occhi, però, mi raccomando. Visitabili di giorno con un percorso di trekking attento vi sono anche le spettacolari spiagge di Hovdsundet e di Auvika, prossime a Mjelle ma più difficili da raggiungere a piedi attraverso foreste di pini, maestose scogliere e litorali ciottolosi e di sabbia bianca.
- Il molo della città è molto caratteristico con le sue tradizionali casette in legno e merita piacevoli passeggiate notturne. A tal proposito, però, Bergen e Trondheim sono due città costiere norvegesi nel sud del Paese che presentano un porto antico davvero degno di nota: tante, tantissime casette colorate inscatolate le une nelle altre (puoi raggiungere Bodø da entrambe via mare con l’Hurtigruten, di cui ti parlo a breve).
- In giro per il centro urbano puoi imbatterti in uno dei tanti graffiti che sono stati creati e lasciati poi impressi nella memoria e nella personalità cittadina in occasione dell’UpNorth Street Art Festival del 2016, un festival itinerante della Norvegia del Nord che cambia location ogni anno.
- A 40 km a nord di Bodø (un’ora di viaggio inclusi 10 minuti di traghetto) vi è la stazione commerciale meglio preservata della Norvegia settentrionale, Kjerringøy Trading Post, sull’isola omonima: un viaggio indietro nel tempo, oggi museo a cielo aperto di ciò che era la vita quotidiana delle comunità costiere pescherecce locali nell’Ottocento. Quindici edifici quasi perfettamente conservati e del tutto visitabili, ambientati in uno scenario costiero magnifico che rende il museo un patrimonio unico nel suo genere.
- Ad appena mezz’oretta di macchina troverai inoltre il Saltstraumen, un piccolo stretto che separa il fiordo Saltfjorden da Skjerstad Fjord ed è attraversato da un ponte percorribile in auto, lo Saltstraumen Bridge. Qui, c’è il vortice, e dunque la corrente marina, più forte del mondo (raggiunge fino a 40 km/h di velocità), visibile ogni sei ore secondo una tabella oraria consultabile qui. Cerca di visitare il sito quando la corrente è al suo massimo, ovvero quando si è in luna piena. La corrente è talmente potente nel canale che può arrivare a formare vortici del diametro di 10 metri, profondi fino a 5. Saltstraumen è inoltre famoso per l’abbondanza di pesci nelle sue acque, tra cui merluzzo e pesce lupo, perciò attività di pesca a riva e in barca sono molto popolari tra i locals. Fu stabilito qui il record mondiale di merluzzo carbonaro catturato con una canna da pesca dal peso di 22,7 kg. Good news se sei adrenalinico – il canale è navigabile e si possono prenotare rafting in gommone ogni giorno dell’anno.
- In primavera, estate e autunno vi è la possibilità di effettuare escursioni sul secondo ghiacciaio più esteso della Norvegia, lo Svartisen, che si trova a 160 km.
Il porto di Bodø di notte L’altopiano di Keiservarden – © stella-polaris.no Spiaggia di Hovdsundet – photo credit to outdojo.com Il graffito “Painting the Northern Lights” di Rustam Qbic su un muro della città – © graffitistreet.com Kjerringøy Trading Post – © Nordlandsmuseet Saltstraumen – photo credit to itriper.wordpress.com
Non mi sono dimenticata, è che mangiar bene in Norvegia, si mangia bene ovunque, se ami la carne di selvaggina e il pesce. Sono rimasta talmente estasiata, qualunque fosse il livello, dalla cura dei piatti, dalla perfezione nell’associazione degli ingredienti e dalla bontà della renna, del granchio reale, del salmone e dell’halibut che ai tempi ci avevo anche dedicato un mosaico ad immagini. Arte gastronomica su tela pixelliana. Come in tutti i Paesi nordici tra cui l’Islanda, i prezzi al ristorante non perdonano, ma se ti limiti a un piatto principale e a uno o due antipasti da condividere, l’esperienza sensoriale merita ogni Corona locale spesa. A Bodø suggerisco Roast Restaurant & Bar, rooftop dello Scandic Havet hotel, per la vista sul mare e Bryggerikaia per buona, tipica cucina norvegese leggermente più economica.
Pro tip: Per pianificare i tuoi spostamenti in auto, bus o traghetto, ecco il miglior sito per quanto riguarda la contea di Nordland (solo in inglese). I biglietti si possono acquistare a bordo di quasi ogni mezzo anche con carta di credito. Cerca comunque di tenere con te qualche contante, sia mai ci sia qualche intoppo. Spesso i traghetti addebitano il costo solo per veicolo, non numero di passeggeri.
Tappa 2 – Hurtigruten direzione nord e le isole Lofoten
L’on-the-road via mare perfetto per la caccia all’aurora boreale in Norvegia
Siamo al giorno 3 del nostro viaggio in Norvegia a caccia dell’aurora boreale e il bello deve ancora arrivare. Intanto cominciamo ad avvertirlo in anticipo nel momento in cui vediamo l’Hurtigruten che ci attende attraccato al porto di Bodø, poco dopo aver riconsegnato l’auto all’Enterprise vicina al porto. Suona poco amichevole il nome, ma in realtà diventerà uno dei migliori amici della tua vita, perlomeno di quella norvegese. L’Hurtigruten è la nave postale che dal 1893 collega le città marittime dei fiordi norvegesi del Nord, trasportando di porto in porto persone, merci e pesce fresco, nella regione norvegese che prima della Seconda guerra mondiale non aveva strade o ferrovie adeguate. La nave salpa da Bergen a sud e costeggia tutta la Norvegia meridionale dei fiordi, arriva nella Norvegia settentrionale e prosegue fino al profondo nord di Varanger e Kirkenes, a tu per tu con la fine, o l’inizio, della Terra. Al confine con la Russia e di fronte alle Isole Svalbard, regno degli orsi polari. Passando per isolotti, arcipelaghi, villaggi e città, molti dei quali non raggiungibili diversamente. Antonomasia dello slow travel , il viaggiare lentamente, un viaggio completo a bordo dura 12 giorni, 34 porti di scalo e 2.500 miglie nautiche. Si ferma una volta al giorno ad ogni fermata, in accordo con una tabella di marcia ben precisa. I norvegesi usufruiscono del servizio sin dalla fine dell’Ottocento per partecipare a eventi familiari, fare colloqui di lavoro o presentarsi dal medico, al punto tale che l’Hurtigruten è ormai diventato parte integrante della cultura del posto. E lo strumento eccellente per noi turisti, alla ricerca o meno delle luci del Nord.
L’Hurtigruten è infatti ideale per muoversi comodamente da una base urbana alla successiva lungo la costa dei fiordi, si risparmia in alloggio in quanto il biglietto include la cabina notte e la colazione, e si viene addirittura avvisati dalla segnaletica a bordo delle probabilità di aurora boreale in Norvegia e nell’emisfero settentrionale per la notte a venire, mentre un segnale di bordo ti butta adrenalicamente giù dal letto qualora la signora si faccia realmente vedere. Questo ovviamente se non preferissi passare il grosso della notte su uno dei molteplici ponti a naso insù, come abbiamo fatto noi, sotto la neve che ballava a fiocchi sul piumino impermeabile che quasi volevo togliermi di dosso per sentire il gelo polare drenarmi il corpo e non solo il muso, felice affacciata sul Mar di Norvegia e i fiordi nella loro frastagliatura immensa, sino a quel momento ammirati solo dalle arterie interne. No worries, le navi sono disseminate di lounge al chiuso con rilassanti poltrone rivolte verso le grandi finestre sul mare, dunque avrai sempre un riparo al calduccio quando lo vorrai, senza mai perdere di vista il mondo esterno.
Granchio reale prima Granchio reale dopo
Gli interni shabby chic delle sale relax e caffetteria
a bordo dell’HurtigrutenDettaglio della segnaletica sull’intensità prevista di aurora boreale per la notte presente a bordo
Non so se lo sai, ma la Norvegia e il suo popolo sono fortemente impegnati a combattere la crisi climatica attraverso uno stile di vita il più sostenibile possibile. E lo fanno per davvero. Rinunciano all’aereo se possono, optando anche per tragitti più lunghi in treno o via nave. Partecipano a diverse attività di pulizia delle spiagge e dell’acqua del mare. Per la ristorazione, si affidano a ingredienti dei produttori locali, e per i ristoranti e bar delle navi la compagnia usa difatti l’80% di ingredienti sostenibili di alta qualità a supporto dei fornitori della costiera norvegese. È inoltre la compagnia navale più ecologica al mondo. Vedila se vuoi come una via di mezzo tra una crociera e un traghetto, da cui puoi salire e scendere quando preferisci in base alle combinazioni del tuo biglietto, alla tabella di marcia della nave, ai tuoi piani e a eventuali esperienze all’aperto o spedizioni selvagge nella natura che puoi anche scegliere di prenotare tramite Hurtigruten e le ottime guide e tour operator del posto con cui collabora (attenzione, però, in questo caso sono il doppio o il triplo più care rispetto alla prenotazione diretta, per ovvie ragioni). I biglietti che coprono tragitti oltre le 23 ore prevedono automaticamente una delle comode, estremamente linde e bellissime cabine di bordo e la colazione, per un prezzo stracciato considerando la qualità dell’esperienza, il trasporto e l’alloggio per la notte. Questo sì, le tariffe sono influenzate dall’anticipo con il quale si acquistano i biglietti, che tendono ad andare a ruba, quindi raccomando di curare quest’aspetto del viaggio come prima cosa durante le fasi organizzative, sul sito ufficiale dell’Hurtigruten (solo in inglese) e consultando anche visitnorway.it per una panoramica generale dell’esperienza in italiano.
Photo credit to global.hurtigruten.com pic by Ørjan Bertelsen / credit to global.hurtigruten.com pic by Stein J. Bjørge / credit to global.hurtigruten.com pic by Erika Tiren / credit to global.hurtigruten.com
Le isole Lofoten
Le nostre sono state 23 ore intense di stupore, voli culinari, solito illuso entusiasmo smorzato ma mai abbattuto che confonde le nubi del cielo artico notturno con le luci del Nord che timide si fanno finalmente avanti, abbiamo anche ballato su quei ponti, poi abbiamo cercato di dormire e infine, un po’ per la disillusione, un po’ per l’ingratitudine prepotente che si prova nei confronti di quel qualcuno o quel qualcosa che non ci da quello che speriamo, ci siamo dedicati a uno dei tanti giochi da tavolo che la compagnia mette a disposizione per ingannare l’attesa dell’arrivo a destinazione, per noi Tromsø. Ventitré ore iniziate alle 15:00 con l’ascesa a bordo, proseguite fino alle 21 con la fermata durata circa due ore alle amate isole Lofoten, Patrimonio dell’Unesco, nella città di Svolvær, durante le quali ci siamo persi per la cittadina dell’arcipelago. Arcipelago che di giorno è da competizione fotografica mondiale per il paesaggio mozzafiato, di notte diventa invece una delle ambientazioni madri dell’aurora boreale in Norvegia per la contenuta conformazione morfologica che ne agevola il microclima ideale.
Le isole Lofoten – photo credit to hattvikalodge.no In giro per il caratteristico centro di Svolvær Il porto di Svolvær e l’Hurtigruten che attende,
in incantevole stile TitanicLa strada che collega l’intero arcipelago –
photo credit to theman.todayLe rorbu, le tradizionali casette dei pescatori norvegesi, a Svolvær – photo credit to svinoya.no
La città è la più antica del Circolo Polare Artico abitata già ai tempi dei Vichinghi, incastrata, come tutti gli altri villaggi delle isole, tra il mare e le grandiose e aspre montagne che le fanno da sfondo e che compongono la spina dorsale dell’arcipelago per 160 km. Riconoscibile a vista d’occhio dalle sue o dai suoi rorbu (rorbuer in norvegese), le tipiche abitazioni palafittiche in legno dipinte di rosso utilizzate in origine dai pescatori norvegesi, e particolarmente diffuse nelle isole Lofoten e nelle Norvegia settentrionale. Le Lofoten, in realtà, sono il gioiello nascosto nazionale, esempio concreto di ciò che intendevo all’inizio di questo articolo quando scrivevo che è un Paese che entra in punta di piedi nella terra che lo ospita. Molti villaggi dell’arcipelago vengono premiati annualmente tra le città migliori del mondo in termini di bellezza geologica, naturalistica, architettonica e strutturale. Gli abitanti se ne prendono talmente tanta cura che sembra di metter piede nell’armadio di Narnia: c’è una stada che collega l’arcipelago da capo a capo in poche ore da una manciata di anni, ma a parte quello vige l’avventura che impone la natura intatta, le mani logore da mai troppo Oceano Atlantico dei locali intenti nella pesca dei merluzzi e degli stoccafissi, i più buoni del mondo anche solo per la dedizione riposta nel farteli arrivare a tavola, il silenzio morbido, la ricerca delle balene e l’attesa dell’aurora, o il Sole di Mezzanotte d’estate. Meta da visitare con un viaggio dedicato a parte, preferibilmente in moto, che ho già nei piani.
Spettacolo di aurora boreale sul villaggio di Hamnøy, isole Lofoten – photo credit to DK Photography
(www.dk-photography.com.au)Spettacolo policromo di aurora boreale sull’arcipelago –
pic by Steven Henriksen / credit to svinoya.noPic by Alex Conu / credit to visitnorway.de Photo credit to unicorntrails.com Photo credit to svinoya.no
Tappa 3 – Tromsø
Alle ore 14:15 del giorno 4 sbarchiamo a Tromsø, a 532 km da Bodø, nella contea di Troms og Finnmark, distretto di Stakkevollan, l’ultima tappa della nostra avventura che in due giorni ci avrebbe donato un concentrato di emozioni insuperabile. Ci siamo vicini. Arriverà la fine, ma non sarà la fine, cantava Nesli. Con quasi 100.000 abitanti ed eretta su di un’isola collegata alla terraferma da cui prende il nome (Tromsøya), è il centro urbano più grande della Norvegia settentrionale e il terzo più grande del mondo a essere situato oltre il Circolo Polare Artico, dopo due cittadine russe. Meta turistica famosa per la caccia all’aurora boreale in Norvegia e per la sua vibrante vita universitaria (ha anche il primato dell’università più a nord del pianeta). Financo perché si raggiunge comodamente in un paio di ore via aereo da Oslo, se mai si fosse di fretta – l’aeroporto è poco fuori città e il ritorno per l’Italia si farà da qui in aereo con 1 o 2 scali in Nord Europa.
Come muoversi una volta in città e dove alloggiare massimizzando le probabilità di aurora boreale in Norvegia (+ bonus: la corsa in slitta)
A Tromsø ci siamo attenuti a quanto pianificato per Bodø in merito agli spostamenti e abbiamo ritirato la nostra auto tipo Ford Focus alla filiale Avis vicina al porto, dopo aver trattato e confermato la prenotazione via mail a tos@avis.no svariate settimane prima. Qualora non ti rispondano, prova a contattare l’indirizzo email dell’agenzia aeroportuale Enterprise di Bodø che ho riportato nella relativa sezione, in quanto possono fornirti supporto per loro conto al bisogno. L’auto si può poi riconsegnare alla stessa agenzia o a quella aeroportuale secondo ciò che risulta più comodo per il tuo itinerario.
Nel cassetto dei desideri della Norvegia, impilati accuratamente sotto l’aurora boreale, avevamo anche l’incontro con gli husky e la corsa sulla slitta trainata dai fantastici pelosi dell’artico, che qui è molto praticata tra gli autoctoni e altrettanto popolare tra i turisti. Di qui, la prima notte a Tromsø diventa in verità una notte trascorsa in una moderna fattoria norvegese a 50 km e un’ora e 24 minuti di tragitto – compresi 20 minuti di traghetto da Breivikeidet a Svensby – travolti, trascinati e tentativamente respinti dalla bufera di neve in corso quella sera; la neve era talmente alta che, onesta, non ho idea di come siamo arrivati a destinazione con una normalissima Suzuki. Solheim Fritidsgård, questo il suo nome, appartiene a una dolce e simpatica famiglia del villaggio che ti farà sentire come nella casa al lago che vorresti. Siamo ormai sotto il terzo tetto incastrato su misura nell’aurora boreale in Norvegia. Svensby è un minuscolo agglomerato di case in legno norvegesi fronte fiordo dove l’unico inquinamento luminoso sono le stelle, le luci del Nord e il Sole di Mezzanotte. Si trova a 20 minuti di auto dal centro abitato più vicino, Lyngseidet, dove si può fare spesa e benzina, ed è dietro le Alpi di Lyngen frequentatissime dai locals sia d’inverno che d’estate per svariate attività sportive, e che prendono il nome del fiordo su cui si affaccia la penisola sul lato più esteso, il Lyngenfjord. Pro tip: tieni presente che quasi sempre i traghetti (ferries) norvegesi fermano il servizio di notte e lo riprendono non prima delle 6 del mattino in settimana, o delle 7:30/8 del mattino durante il weekend, come nel caso di quello che serve Svensby. Prima dell’orario di ripresa del servizio, l’unico modo di arrivare a destinazione è probabilmente un viaggio in auto di ore e ore. Pianificare is the secret.
Questa è la strada d’inverno Frigo locali La casa dei proprietari norvegesi Alla fattoria si può organizzare una cena privata qui!
Location dunque azzeccata per tutti i gusti, tanto più per chi come noi non stava più nella pelle per correre con gli husky, sport e pratica antica che risale al 2000 a.C. e che in inglese si chiama dog mushing o dog sledding. Poco più a sud della cittadina di Lyngseidet, e quindi a una mezz’oretta di macchina dall’appartamento, lontano dal turismo di massa di questo settore e nel pieno rispetto del benessere degli animali, ti aspetta la casa di Tommy Larsen e il suo team di 18 husky per 4 ore di coinvolgente scambio umano e canino, affascinanti approfondimenti sullo sport, sulle competizioni dell’ambito e sulla razza di questi straordinari cani, stimolanti chiacchierate spensierate sul come la vita ti porti dove ti trovi esattamente ora e sul perché si sceglie di essere chi si è oggi, formazione tecnica e messa in pratica di quanto appreso tra i boschi e il fiordo nei pressi della proprietà a costo di ribaltarti nella neve lungo il percorso in corsa (non è così facile come sembra guidare la slitta e stare al passo con i cani, ahimé) e per finire un bel té caldo intorno al fuoco nella capanna lavvu di Tommy per rigenerarsi dal gelo. Consiglio Tommy per la sua genuinità, simpatia sincera e mai forzata, e l’amore radicato negli occhi nei confronti dei suoi husky e viceversa. Ricordo di essermene andata da quel pomeriggio con queste parole in testa, che credo descrivano al meglio la loro bellissima squadra, giacché di questo si tratta:
Sei mai stato talmente connesso con qualcuno o qualcosa pressoché al punto di sentire che tutto ciò che ti accade e tutto ciò che si avvera si deve a quella connessione profonda e a nient'altro?
Non devi preoccuparti di nulla, fornisce attrezzatura, abbigliamento e calzature sportive Tommy, eccetto per guanti, cappellino invernale e calze pesanti. Il tutto, tra parentesi, a un prezzo onesto rispetto alla media della zona e non solo – basti pensare che qui in Svizzera chiedono il doppio e il costo della vita è praticamente lo stesso (e gli husky non sono mica nativi di queste parti del mondo).
A tal riguardo, ci terrei a fare un breve inciso sulle origini storiche del dog sledding che ti possa far comprendere meglio l’importanza culturale che risiede nella stretta relazione degli autoctoni con gli husky e nel relativo sport e ad abbattere magari qualche piccolo pregiudizio. I cani sono sempre stati una parte importante della società, e questo è forse più vero nell’Artico che in qualsiasi altra parte del mondo. La loro folta pelliccia e le zampe imbottite li rendono ideali per sopravvivere e prosperare nel freddo e nella neve. Per questo motivo, da secoli i cani hanno avuto un ruolo enorme nell’aiutare a plasmare la vita nell’estremo nord, soprattutto grazie alla corsa in slitta dove le condizioni climatiche avverse non permettevano l’uso di altri mezzi di trasporto merci. La prima gara di cani da slitta si è svolta a Nome, in Alaska nel 1908 (ricordi Balto?), evoluta poi nell’Iditarod, la corsa di cani da slitta più famosa negli Stati Uniti iniziata nel 1967 e lunga 1.600 km. I norvegesi furono ispirati dalI’Iditarod e stabilirono la competizione di dog sledding più lunga d’Europa, il Finnmarkslopet, nel 1981. Oggi, l’interesse è così alto che la gara consta di due categorie separate: una pista per squadre con un massimo di 8 cani e un’altra per squadre con un massimo di 14. Le gare coprono rispettivamente circa 500 e 1.000 km (durano anche settimane) e si svolgono la decima settimana di ogni anno. Tommy e i suoi husky ne hanno vinte diverse di competizioni: rimarrai esterrefatto dalla potenza dei cani, dalla peculiare e incredibile capacità di adattamento che la natura dona a suo modo a ogni creatura e dall’alchimia senza pari tra l’essere umano e il cane – ma sono di parte.
Eccoci, infine, all’ultima notte, quella passata in piedi, fuori o dentro il nostro Cottage Economy del Tromsø Lodge & Camping, svegli nonostante il volo di ritorno a Londra previsto alle ore 05:30 del mattino, con gli occhi sbarrati di un bambino a Natale, increduli e con un groppo in gola, più o meno come me in questo momento a una settimana dal mio primo volo in un anno. Ma molto di più. Era l’ultima notte in Norvegia a disposizione per sperare di riuscire a vedere l’aurora boreale e ormai non ci credevamo disperatamente più. Io e gli altri ci trovavamo nel parcheggio del camping ricoperto di neve e situato sulla penisola di fronte alla città in cui avevamo deciso di soggiornare per la vicinanza al centro di Tromsø – da cui è separato solo da un ponte – e al contempo l’isolamento dalle luci della città, oltre che per l’ottimo rapporto qualità/prezzo. Presi dallo sconforto del secondo tentativo di caccia all’aurora ormai fallimentare stavamo discutendo su chi fosse il colpevole dell’aver introdotto benzina invece di diesel nel motore della macchina noleggiata,
“Ragazzi, l’aurora”, esclama all'improvviso uno dei nostri. “Si, dai, smettila, non è il caso di scherzare, stiamo parlando di una cosa seria qui, tipo che ci chiederanno 23,362 NOK di compensazione”, rispondo infastiditissima io. “No, giuro, rega...c’è l’aurora, guardate su”, quasi in lacrime di gioia.
Alziamo tutti gli occhi; era lì. Era entrata in scena inavvertita, forse sbucata da dietro un paio di nuvole che goffe ridevano di noi, piccoli, minuscoli, frantumati nei sogni, laggiù in attesa fino a una decina di minuti prima. Bella da togliere il fiato e rara da commuovere. Credo di non aver mai (più) pianto dall’emozione scaturita da un luogo né prima né dopo quell’attimo. Sarò per sempre perdutamente grata a quel camping. E non importa che stessimo ammirando solo una piccola parte di quello che avrebbe potuto essere, o quante mille volte più bella avrebbe potuto essere, per le sfumature c’è tutto il tempo del mondo. Per ora, ecco l’essenziale che ancora oggi è custodito con forza di dettagli nell’angolo dei ricordi a tal punto irremovibili da percepirli presente. Gli occhi che da frantumati ci ritornano in uno spostamento di ciglia in quei sogni, e così restano, morbidamente trasognati, anche nella memoria.
Carolina & Emanuele sotto il fortunato cielo stellato di Tromsø di quella notte, finalmente nostra Ne è valsa ogni insonne notte polare in attesa
Pro tip: Per pianificare i tuoi spostamenti in auto, bus o traghetto, ecco il miglior sito per quanto riguarda la contea di Troms og Finnmark (solo in inglese). Con l’app Troms Billet si ha un 20% di sconto sui biglietti se comprati online, ma ad ogni modo i ticket si possono acquistare a bordo di quasi ogni mezzo anche con carta di credito. Cerca comunque di tenere con te qualche contante, sia mai ci sia qualche intoppo. Spesso i traghetti addebitano il costo solo per veicolo, non numero di passeggeri.
Luoghi speciali a Tromsø
Prima di lasciare la macchina in aeroporto noi, e lasciare finalmente te a immaginare la tua personale scenografia-che-vorrei nel teatro del cielo nordico, vorrei concludere citando in breve anche qui i 6 luoghi con i quali riassumerei Tromsø:
- Comincerei dalla scena gastronomica che eccelle tanto quanto il resto della Norvegia – Emma’s Drommekjokken (la cucina dei sogni di Emma, letteralmente) è un delizioso ristorantino casalingo e chic al tempo stesso che prepara e presenta piatti sensoriali della prelibata cucina norvegese a un costo non eccessivo. Il filetto di renna è wow.
- Il centro di Tromsø è carino nell’architettura, pieno di negozietti curiosi, anche di artigianato, e ricolmo di vita universitaria internazionale.
- Si possono effettuare escursioni alla ricerca delle balene in mare aperto o alla scoperta della cultura locale e della cultura sami, la popolazione indigena della Scandinavia settentrionale (nota: la popolazione totale di Sami in Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia è stimata approssimativamente in 80.000 persone, di cui circa la metà vivono in Norvegia), per esempio in slitte trainate dalle renne, andando a pesca (lo skrei, o merluzzo artico, è l’alimento base della civiltà norvegese da secoli) o persino entrando in stretto contatto con famiglie sami. Spesso vi sono anche festival della cultura sami.
- Il Museo Polare è molto interessante in quanto racconta il ruolo storico che ha avuto la città come base per moltissime spedizioni polari nell’Artico a partire dal XIX secolo (all’epoca a Tromsø fu data infatti la denominazione di “Porta dell’Artico”).
- La Cattedrale dell’Artico è la versione più moderna di chiesa mai vista prima e tra i simboli della città. Notevole costruzione degli anni ’60 bella per l’unicità del design.
- Da qui puoi raggiungere Alta (dove fu istitituito il primo osservatorio dell’aurora boreale al mondo), Capo Nord (uno dei punti più settentrionali del pianeta) o le isole Svalbard (il regno degli orsi polari) qualora avessi qualche giorno in più. Tutte mete perfette in Norvegia per la caccia all’aurora boreale.
si dirige impavido verso il profondo nord, Carolina & Emanuele,
la neve che cade a fiocchi sul ponte a poppa
e l’amore di cui sono orgogliosa di far parte.
“E voi comparite sempre in momenti simili?”
“Non sempre in questo modo, ma non ho mai tralasciato di rivelarmi. Talvolta mi manifesto sotto forma di una buona via d’uscita, di una buona idea. Talaltra, in un momento cruciale, rendo le cose più facili. E così via. Ma la maggior parte delle persone non se ne accorge neppure.”
— L’Alchimista, Paulo Coelho e tutto l’universo
che cospira affinché si realizzino i desideri
Norwegian Tips
- Le strade norvegesi sono frequentemente soggette a pedaggio, il quale verrà addebitato sul conto finale della tua auto a noleggio – il costo delle tariffe si aggira intorno ai 2-3 euro a pedaggio ogni 90 km circa;
- I parcheggi nelle città sono particolarmente cari: dai 2,50 ai 6 euro all’ora. Meglio alloggiare fuori dai centri urbani anche per evitare il pedaggio cittadino che tende a essere abbastanza elevato (anche 6 euro solo per l’ingresso in città);
- Non esitare a chiedere indicazioni e consigli ai passanti e ai locali che incontrerai lungo il cammino: i norvegesi sono tra i popoli più cordiali e gentili che abbia conosciuto;
- I prezzi dei carburanti sono relativamente alti per via delle politiche ambientali del Paese. I distributori di benzina, inoltre, potrebbero essere meno frequenti in montagna e in altre aree remote, specialmente nella Norvegia settentrionale, quindi è consigliato rifornirsi non appena se ne incrocia uno, ove necessario;
- Bisogna tenere sempre accesi i fari anabbaglianti, anche in estate;
- Il costo dei traghetti da fiordo a fiordo varia in base alla distanza e alla zona, ma in generale va dai 7 ai 20 euro a veicolo per tratta (per le specifiche, affidati ai link esterni presenti alla fine delle sezioni “Come muoversi una volta in città” delle tappe di Bodø e Tromsø, alla dicitura pro tip);
- In Norvegia e ovunque si manifesti, è difficilissimo riuscire a immortalare bene l’aurora boreale su foto – se hai una macchina fotografica professionale e sei dotato di un treppiedi hai di certo molte più probabilità di riuscita nel caso in cui l’intensità del fenomeno sia particolarmente forte;
- Per consigli sull’abbigliamento ottimale in tempi d’artico, ti rimando dolcemente agli Icelandic Tips in fondo all’articolo sull’Islanda d’inverno dove troverai un elenco apposito curato con fior di dettagli. Nell’articolo trovi anche spunti per andare alla ricerca dell’aurora boreale in Islanda, al pari di quelli che spero tu abbia trovato qui per la Norvegia.