Grazie per essere qui. Oggi vi voglio raccontare di quel viaggio in Norvegia che si trasformò all’ultimo nel viaggio in Islanda inimmaginabile sino a un paio di settimane prima, anche se l’aurora alla fine non si è fatta vedere. Un po’ come tutti gli amori imperituri, ci mettono sempre varie delusioni prima di far capolino nel tuo cielo.
Islanda
Era fine gennaio del 2016, stagione ideale per la caccia all’aurora boreale e una full immersion nell’Islanda invernale più autentica che ci si possa auspicare. Volevamo godercela al massimo delle possibilità che solo i tre giorni a disposizione potevano darci, per di più in inverno quando ogni spostamento dev’essere ponderato e rigidamente calcolato, ma anche pronto all’improvvisazione se il clima lo impone. Ciò per mancanza di ore di luce solare sufficienti e perché buona parte dell’itinerario sono proprio i tratti di strada spesso complessi da affrontare. Ragion per cui scelsimo di ridurre il numero di tappe e in tal modo smarrirci – senza orologi al polso se non nel sole – nell’incanto ultraterreno dell’Islanda, che sì, appartiene anche al finestrino dell’auto.