Ciao nomade, è un po’ che non mi leggi, lo so. È che si sta tornando a vivere e il fascino della vita vera sarà sempre un magnete più forte di qualunque altra cosa. E poi sono andata in vacanza per la prima volta dopo un anno e mezzo di carenze, divieti e mani e piedi legati se non quelli necessari per imparare finalmente a mettere insieme un numero di piatti superiore a dieci in cucina. In due luoghi che da sempre desideravo visitare fuori stagione perché il loro volto più vero, come in molte altre destinazione analoghe, lo si può percepire soltanto allora. Permettimi un solo appunto prima di iniziare a raccontarti di Ibiza e Formentera fuori stagione. Il 1 luglio sono tornata in ufficio full-time dopo un anno e tre mesi di cassa (devo ancora capire come mi senta a riguardo, ma in fondo sì, son felice, ci metto solo più degli altri ad accettare i cambiamenti repentini), e dunque ho pensato di provare a stilare per questo itinerario un formato snello, pragmatico e decisamente fattibile in tempi di lavoro normali che a malapena mi concedono la lavatrice settimanale. Mi piaceva l’idea di suddividere l’itinerario per zone dell’isola, più che per giorni, così da concedere maggior flessibilità nel personalissimo mix & match delle tappe del viaggio. Come al solito attendo tue. Buen viaje mientras tanto.

Io, tostadas de tomate e Cala Escondita, Ibiza
Cala Escondida, Ibiza

Quando visitare Ibiza e Formentera

Al netto dell’apertura e chiusura dei locali che rendono Ibiza famosa nel mondo, direi che i periodi dal 14 al 31 maggio e dall’1 al 15 ottobre sono i migliori per visitare entrambe le isole in mezza stagione – quella dove capita di ritrovarsi da soli in cale belle da non crederci, dove non serve prenotare nulla in anticipo e dove ogni ristorante pare essere uscito dalla guida Michelin da quanto è dedicato il servizio. Un paio di contro sono ovviamente il clima instabile, spesso nuvoloso, e la temperatura dell’acqua (e notturna) non propriamente estiva. Direi però che ne vale enormemente la pena. Certo, suddetti pensieri si applicano solo se non sei alla ricerca della folla ibizenca che invece questo itinerario non prevede.

Come muoversi a Ibiza e Formentera

Ibiza sembra essere stata creata per viverla dal lunotto posteriore di un campervan, cosa ancor più buona e giusta fuori stagione quando sia i parcheggi che i camping sono perennemente vuoti ovunque e i controlli tendono a essere ridotti al minimo sindacabile. Non so se lo sai, ma nell’Unione Europea, e a eccezione di pochissimi Paesi, è vietato il campeggio selvaggio libero, sia in camper che in piedi, o comunque è soggetto a forti restrizioni spesso non chiaramente regolate. In Spagna è concesso riposare in auto, ma non il campeggio. Tuttavia, nelle zone costiere e nelle aree turistiche sembra sia a discrezione dell’agente di polizia decidere se multare o meno – da 80 a 800 euro per legge. In nessun caso si possono predisporre sedie e tavoli al di fuori del veicolo, tranne che negli spazi adibiti, ovvero i camping a pagamento. In merito a Ibiza, abbiamo letto svariati commenti su forum e app per camperisti cui feedback spaziano dal campeggio libero selvaggio per giorni interi senza aver riscontrato alcun ostacolo, all’agente di polizia che gentilmente bussa e chiede di cambiare luogo di sosta per trascorrere la nottata, a quello che invece multa 400 euro nel bel mezzo della notte. La maggior parte tuttavia afferma che in alta stagione è praticamente impossibile dormire tranquilli presso punti panoramici o vicino alle spiagge e aree turistiche a causa del fatto che alcuni spiazzi vengono chiusi, vi sono controlli frequenti e vi è tutta la preoccupazione di non dare nell’occhio che ne consegue. Ecco, non dare nell’occhio direi che può essere la regola generale per vivere l’esperienza in van a Ibiza nella maniera più spensierata possibile.

Essendo stata la nostra primissima volta in campervan, per sicurezza e comodità abbiamo scelto a ben vedere di pernottare in camping di notte – vuoto, con bagni tutti per noi e lindi che forse solo a un 5 stelle lusso – e di passare invece le siestas quotidiane ovunque ci capitasse. Tornassi indietro, ci farei però un pensierino. Come vuole la regola del vivere, abbiamo in seguito scoperto spiazi semi-nascosti che sarebbero stati perfetti per trascorrerci la notte in quanto poco frequentati e non segnalati. Come ci siamo capitati, dirai tu? Hai ragione. C’è un’app stupenda, Park4Night, che è stata ideata da e per camperisti ovunque nel mondo – grazie Bianca. Sembra che in Europa sia la più utilizzata e quindi la più aggiornata. Si trovano luoghi per sostare e dormire, campeggi, spiazzi, parcheggi e punti panoramici accessibili con il campervan, con relative recensioni, dettagli dei servizi presenti nei dintorni e qualche foto. Ogni utente può poi lasciare una nota riguardante la propria esperienza per i posteri.

Oltre al camper, l’auto a noleggio credo sia l’opzione più comoda per questioni di vento, che ad Ibiza, in corsa, tende a essere particolarmente forte. Costa poco, circa Euro 30,00/40,00 al giorno, più l’assicurazione. Bisogna prenotarla se si viaggia da giugno a settembre, altrimenti ci si può tranquillamente presentare all’autonoleggio, uno qualunque, al bisogno.

Per quanto riguarda Formentera, invece, il motorino è decisamente l’ideale. Date le dimensioni molto più contenute dell’isola, vi sono meno posti auto disponibili in relazione al numero di lavoratori e turisti che sin da aprile la frequentano. Con il motorino si parcheggia in un secondo (cronometrato) e si evita il traffico, se c’è. Inoltre, costa davvero poco – circa Euro 18,00/25,00 al giorno più l’assicurazione – financo di benzina, se si pensa che il prezzo di un pieno per un Liberty 125cc è di circa Euro 5,00, e a noi è durato per l’intero soggiorno di tre notti girando in lungo e in largo a 70 km/h di media. In mezza stagione puoi evitare di prenotare prima e finalizzare la procedura di noleggio al momento.

Pro tip: scaricati l’app Medusas Ibiza, ti salverà la vita (purtroppo alcuni giorni le isole ne sono piene, e bisogna orientarsi in base all’app per scegliere la spiaggia).

Motorino a noleggio, Formentera itinerario
Formentera

Dove alloggiare a Ibiza e Formentera (+ campervan tips)

Le Baleari non sono per definizione luoghi economici in cui soggiornare, neanche in mezza stagione. Tra l’altro, per nostra sorpresa, abbiamo fatto un’enorme fatica a trovare alloggi carini, oltre che abbordabili. A maggior ragione se consideriamo che si trattava di fine maggio, non di Ferragosto. Temo che la spiegazione sia semplice: di chicche graziose bensì accessibili ce ne sono, ma molto poche e vanno via come il pane. Serve perciò armarsi di preavviso e prenotare con estremo anticipo onde evitare delusioni come le nostre iniziali. Se come me viaggi con un budget ridotto e ben definito ma non vuoi rinunciare alla comodità e alla bellezza, ti consiglio di mantenerti sulla località di San Antonio a Ibiza, che è peraltro strategica se ci si vuole muovere più o meno agevolmente in ogni angolo dell’isola, e sulle località di Playa de Migjorn, Es Caló o Sant Ferran de Ses Roques a Formentera, altrettanto convenientemente situate al centro dell’isola e caratterizzate da un rapporto qualità/prezzo superiore rispetto alle zone più turistiche e conosciute di quest’isola.

A San Antonio vi è una quantità di hostales carinissimi a un prezzo decisamente favorevole – partono da Euro 40,00 a notte per camera doppia. Sono l’equivalente dei nostri b&b, non ostelli veri e propri. Da qui è poi possibile raggiungere l’essenza dell’isola in poche decine di minuti di auto, al massimo quaranta per il selvaggio nord. Cerca di prenotare un hostal che sia prossimo a parcheggi pubblici gratuiti. Un esempio di bed & breakfast davvero bello e comodo è il Can Beia Hostal Boutique, ma anche il Tarba non è male per il prezzo, tra i più bassi della zona. A Formentera, al contrario, consiglio di soggiornare in un appartamento tipico comprensivo di cucina per abbattere i costi decisamente folli dei ristoranti locali e cenare a casa di tanto in tanto. Peraltro è l’opzione più economica. Ne puoi trovare diversi validi su Booking.com. Avendo noi prenotato solo un mese prima, ci siamo dovuti “accontentare” dell’unica caseta caratteristica rimasta disponibile – Apartamentos Noray – che in realtà si è poi rivelata essere l’oasi di pace immersa nella natura di cui avevamo bisogno.

Momento campervan tanto atteso; dove abbiamo dormito e dove l’abbiamo noleggiato? Ci sono due app sulle quali ho sempre adocchiato van moderni o vintage accessoriati con buone recensioni: Airbnb (va a fortuna in base alla location) e Yescapa, quest’ultimi specializzati in affitto di campervan privati. Su entrambe le piattaforme tendono a includere l’assicurazione e a richiedere tuttavia una caparra aggiuntiva variabile nell’ammontare. Alcuni offrono il servizio di pick-up, altri no. Dopo tanto sfogliare virtualmente tra le molteplici opzioni presenti, noi ci siamo decisi per questo Volkswagen Ocean su Airbnb che non richiedeva alcun deposito, quanto meno per il periodo interessato. Nuovo di zecca e dotato di tutti i comfort – doccino esterno, due letti matrimoniali, tetto estendibile, cucinotto (seppur non utilizzabile in tempi di Covid-19), tavoli, sedie e divano – non è forse un viaggiar economico di primo acchito, ma se si calcola il prezzo composito giornaliero dell’auto a noleggio, della benzina e di un hostal, siamo praticamente lì. Certo, se come noi non vuoi rischiare e preferisci passare la notte in camping, allora bisogna aggiungere altri Euro 30,00 a notte circa se si è in due. In ogni caso non ti preoccupare, si possono trovare anche campervan leggermente meno cari, con un costo di noleggio medio di partenza di Euro 80,00 a notte incluso di pulizie e service fee. Ci sono pochi campeggi a Ibiza, tuttavia un paio sono localizzati in punti opposti dell’isola, così da facilitare la messa a punto dell’itinerario se serve. Ognuno ha delle regole di comportamento più o meno flessibili, come ad esempio l’orario massimo di rientro in struttura la sera o il coprifuoco sonoro notturno. Fuori stagione è comunque altamente probabile che tu ti possa trovare isolato al loro interno, e che i bagni, in teoria in comune, siano puliti quotidianamente a tuo uso esclusivo. A seguire trovi una lista dei camping presenti sull’isola con punteggio di almeno 4 stelline per tua informazione:

  • Camping Cala Bassa (vicino a Cala Comta, San Antonio ed Es Vedrà)
  • Camping Cala Nova (affacciato su Cala Nova, vicino a Es Canar, Cala de S’Aigua Blanca e al nord dell’isola)
  • Camping La Playa Ibiza (sulla spiaggia, vicino a Es Canar, Cala de S’Aigua Blanca e al nord dell’isola, offre anche tende nomadi, caravane vintage e glamping)

Ti darò spunti su dove si può dormire in campervan in stile intothewild* a Ibiza nelle sezioni a seguire.

*nota: ti ricordo che è illegale farlo in Europa, quindi è a proprio rischio e pericolo sempre, altresì nei luoghi meno battuti.

Campervan, Ibiza itinerario
Il nostro camper a Ibiza

Posti da non perdersi nell’itinerario a nord / nord-est di Ibiza

  • Spiagge/luoghi/ristoranti/spiazzi per campervan

Il nord / nord-est dell’isola è conosciuto, oltre che per il suo lato selvaggio e meno festaiolo, anche per i suoi mercatini e l’anima hippie, ed è raggiungibile in massimo 30/45 minuti da San Antonio. Quello più famoso e turistico è Punta Arabí a Es Canar, che si svolge ogni mercoledì dalle 10 alle 18/19. Avendolo io già visitato tempo addietro, questa volta abbiamo optato per Las Dalias a Santa Eulalia del Río, più piccolino ma forse leggermente meno frequentato. Las Dalias offre molteplici opzioni di aperture settimanali, diurne e notturne, durante le quali, volendo, si può assistere a concerti live. Trovi il sito ufficiale con il calendario qui. Li ho trovati molto simili e molto cari; tuttavia uno dei due è da visitare almeno una volta in quel di Ibiza, essendo entrambi istituzioni culturali del luogo.

Nei pressi di Las Dalias, nella località di Sant Carles de Peralta, c’è il Bar Anita, antico ufficio postale riconvertito a tapas bar e bistrot parecchi decenni fa e ormai punto di riferimento gastronomico della zona. Comida buena in un contesto davvero originale, a prezzi accettabili nonostante la notorietà, e viste le porzioni che abbiamo faticato a finire.

In quanto a spiagge, puntualmente bordate di macchia mediterranea lussureggiante, vi suggerisco di non perdervi Benirrás, dove ogni domenica c’è il caratteristico spettacolo di percussioni che gli hippie del posto lanciano sulla spiaggia al tramonto. Bisogna arrivare presto per assicurarsi il posto sull’arenile. Vi è poi Playa S’Aigua Blanca, nota per i fanghi naturali delle rocce che ne compongono la morfologia estremamente selvatica e Cala Portinatx, la spiaggia più a nord de la isla. Cala Nova ha anch’essa un mare stupendo; la nostra cala preferita di questa zona è stata però Platja Pou d’es Lleo. Poco battuta, ambientazione tipicamente balearica, è stata la nostra prima fermata per la siesta in campervan vista mare, seppur con il diluvio in sottofondo. Qui si può sostare per la notte su un ampio spiazzo nascosto dalla pineta e a picco sul mare che si trova in cima alla salita accessibile venendo dal piccolo parcheggio lato cala dove abbiamo riposato, proseguendo dritto e passando il ristorante omonimo. Lo stretto accesso allo spiazzo è poco dopo sulla sinistra ed è accompagnato dal solito cartello “prohíbido acampar. In teoria fanno pochi controlli secondo quanto letto sui vari forum, Park4Night e Airbnb. E’ come abbracciare il mare mentre invece stringiamo il cuscino, qui. Meraviglioso.

Posti da non perdersi nell’itinerario a ovest / sud-ovest di Ibiza

Forse l’angolo di isla più frequentato per la bellezza granitica delle sue spiagge, lo sfondo verde acqua o celeste che-luce-voglia del tranquillo Mar Mediterraneo che lambisce questa parte di costa e il tramonto del sole che come cenere ritorna all’origine nel puntuale spettacolo quotidiano, l’Ibiza sud-occidentale che vale necessariamente la pena è qui di seguito e ancor meglio riassunta da immagini scattate personalmente, senza filtro alcuno (nota bene: tutti i luoghi raggruppati in questa e la prossima sezione sono raggiungibili in massimo 20/30 minuti di auto da San Antonio):

  • Spiagge/luoghi/ristoranti/spiazzi per campervan

Cala Comta – Temo la più frequentata dell’isola assieme alla chiassosa Playa d’En Bossa, ma meritevole di una visita, seppur breve, anche solo per pranzare (letteralmente) sul mare al Sunset Ashram. Si fa pagare per la posizione e la popolarità, ma il cibo è buono. In alternativa, se si continua a camminare oltre il secondo ristorante che si affaccia sull’estremo lato destro della cala, troverai uno dei ristoranti di pesce migliori della zona, secondo i locali che ce l’hanno consigliato. Si chiama Ses Roques, ci si mangia il mare anche lì e, in aggiunta alla bontà della paella e del pesce fresco, i prezzi sono tra i più decenti che abbiamo trovato tra Ibiza e Formentera. Peraltro, scendendo le scale della scogliera su cui è costruito il ristorante, proprio di fronte ai tavoli esterni, sbuca una solitaria caletta d’asfalto piccina piccina da cui tuffarsi nel Mar Mediterraneo come meglio lo conosciamo. Puoi arrivarci anche in auto imboccando l’ultima strada a destra lungo il viale che conduce alla spiaggia, poco prima del parcheggio di Cala Comta.

Cala Escondida – Si chiama Escondida perché la scorgi solo affacciandoti dal bordo del dirupo che delinea Cala Comta e che caratterizza tutto questo tratto di costa. Non vi sono cartelli né segnali che la presentano agli occhi dei curiosi che passano di lì; arrivando verso il mare, la cala si trova a pochi metri di distanza a sinistra dell’ingresso di Cala Comta, e vi puoi accedere rapidamente tagliando per la pineta dal parcheggio principale (ci vedrai dei piccoli sentieri di sabbia, seguili). Presentati sul ciglio delle scale che costeggiano la scogliera portandoti in braccio al chiringuito della spiaggia verso le ore 8:30/9:00 del mattino, e se gli astri ti assistono la troverai come ci siamo caduti noi (dall’incredulità). Una delle cale indimenticabili di Ibiza per quanto ci riguarda. Al chiringuito servono una colazione a base di tostadas tipiche buone vere (a base di jamón serrano, pomodoro, formaggio di capra o avocado, o di tutto), e dicono che anche i cocktail e la sangria siano ottimi. Fra l’altro, era da un secolo che non sedevo a dei tavolini così perfettamente incastonati con il mare e i dintorni.

Ca Figuera Borda – La microcaletta più sorprendente che ci sia sull’isola. È scavata dentro una grotta che serviva da deposito per i pescatori e ha due lati della stessa faccia che preferisco più di ogni altra cosa – quello sul mare calmo, verde smeraldo, della baia, e quello sul mare aperto, blu immensità. Ci si accede tramite una scaletta scavata nella roccia in fondo allo spiazzo che la sovrasta, dove si può tra l’altro trascorrere la notte in campervan. Quest’ultimo si trova seguendo la strada (molto) sterrata che dal parcheggio di Cala Comta prosegue disegnando una curva tra i campi e le sporadiche case, giungendo sino allo spiazzo-parcheggio in questione. Dalla grotta si può tra l’altro seguire un sentiero sopraelevato rispetto all’accesso al mare segnalato, nel tratto iniziale, da una corda laterale, e ricavato artigianalmente nella sabbia rossastra, che porta a un incastro perfetto di scogli da scalare e sormontare per raggiungere l’acqua bassa e il fondale sabbioso. Per ultimo ma non da ultimo, dallo spiazzo sovrastante dove avrai posteggiato l’auto si osserva un altro dei tramonti ibizenchi belli veri.

Cala Tarida – Unitamente alla spiaggia in sé, che ha un mare splendido come Cala Comta ma è circondata da un contesto più alberghiero e meno naturale, Cala Tarida la si può osservare dall’alto all’ora del tramonto con in mano un gin tonic fatto-da-te e ai piedi il litorale vuoto. O addirittura trascorrendoci la notte in campervan. Lo si può fare imboccando una stretta strada sterrata leggermente tortuosa e in discesa, segnalata da un cartello che ne vieta l’accesso ai non autorizzati, dalla rotonda di Plaza del Mar a Sant Josep de sa Talaia. Come punto di riferimento, in aggiunta al cartello segnaletico di cui sopra, puoi ricordarti che l’uscita corretta, al civico 7 della piazza, è l’unica sterrata e particolarmente ristretta della rotonda, la quale al centro ha un ampio parcheggio, se preferite scendere a piedi. Questa strada viene purtroppo chiusa in alta stagione, da quanto ho letto su Park4Night (lì trovi anche le coordinate esatte, qualora il GPS ti creasse problemi con l’indirizzo).

Es Vedrà & Cala d’Hort – La cala ha un mare turchese incredibile, che d’altronde dà il nome al Parco Naturale che sottende l’area marina dirimpetto, e regala viste facili su uno dei simboli de la isla, l’isolotto roccioso di Es Vedrà, famoso per i tramonti pazzeschi di cui ti auguro di essere testimone un giorno. Per vivere l’esperienza del tramonto su Es Vedrà a tu per tu con la magia, immersi in un panorama a dir poco mozzafiato, ecco qui un paio di istruzioni per l’uso:

Raggiungere la Torre des Savinar, o Torre de Los Piratas (la torre difensiva dai pirati che sorge alla più elevata altitudine di tutte le sette esistenti sull’isola) e accocolarcisi in cima. Ci si arriva impostando la destinazione sul GPS e seguendo le segnaletiche omonime. Non è immediato riuscire a identificare quale strada prendere dalla principale (che collega Cala D’Hort a Sant Josep de Sa Talaia) per poter poi parcheggiare e proseguire sul percorso corretto. C’è carenza di segnaletica dedicata e spesso ci si ritrova in curva senza poter appostarsi per leggere bene i cartelli. Tuttavia, puoi tenere come punto di riferimento il cartello color fucsia con la dicitura “Torre des Savinar” che segnala la strada giusta da imboccare. Una volta posteggiato il veicolo alla fine della traversa sterrata segnalata, bisogna proseguire a piedi sul sentiero a destra per circa dieci minuti sino all’impressionante scogliera a strapiombo sul mare dove si trova il primo punto panoramico. Da qui, potete scegliere se arrivare sino in cima alla torre (altri 20 minuti di camminata più ripida: alert scarpe appropriate!), o se comunque rimanere nell’area circostante da cui si ammira la migliore prospettiva di Es Vedrà de la isla. C’è anche una grotta hippie aperta al pubblico nei pressi della torre, affacciata su Es Vedrà, semi-arredata e da cartolina. In sintesi, recarsi al mirador presto, per le 19:00 o pure prima se ti va, preferibilmente con qualche birretta o bottiglia di vino per l’aperitivo, prendere posto e attendere la fine del giorno come si dovrebbe attendere ogni giorno.

Cala Salada + Saladeta – Site a 20 minuti a nord di San Antonio, sono due calette graziose dall’acqua turchese, una più piccola dell’altra come vuole il nome, connesse internamente da due percorsi di diversa difficoltà scavati nella scogliera rossastra e nella macchia lussureggiante tutt’intorno (se si è in ciabatte e non troppo pratici nello scalare indossando loro ai piedi, consiglio quello più facile che però è un po’ più lungo). Cala Saladeta è decisamente la più particolare delle due per la presenza delle caratteristiche casette dei pescatori che creano quà e là magici spazi di arenile appartati e tranquilli.

Cala Saladeta, Ibiza
Cala Saladeta

Cala Gració + Cala Gracioneta – Ancora più vicine a San Antonio (appena 10 minuti di auto), queste due spiaggette pittoresche sono anch’esse connesse internamente attraverso la scogliera, o in alternativa vi si può accedere individualmente dalla strada principale (pro tip: una volta parcheggiata l’auto all’esterno, accedi a Cala Gracioneta dall’omonimo chiringuito per risparmiare tempo; attenzione però che chiude l’accesso a una certa ora, come da insegna all’ingresso). Nei pressi si trova uno dei ristorantini vista mare più belli, ma non economici, dell’isola: Hostal Restaurante La Torre. Cala Gracioneta ha dimensioni estremamente intime, e se ti capita di venirci per le 18 fuori alta stagione, sia mai che tu possa trovarla così:

Cala Gracioneta, Ibiza
Cala Gracioneta

San Antonio – Niente di speciale, è semplicemente una cittadina strategica per muoversi in giro per l’isola ed è molto più economica di Ibiza città. Un altro pro non meno importante è la sua posizione sul lato dell’isola in cui tramonta il sole; San Antonio è difatti famosa nel mondo per le sue puestas del sol quotidiane che tutti accorrono ad ammirare al porto (ti suona il nome Café del Sol?). A San Antonio non abbiamo trovato ristoranti eccellenti, ma in compenso abbiamo scoperto l’esistenza di “menú del día” in buona parte degli esercizi di Ibiza, quale proposta essenzialmente pensata per i lavoratori locali. Tendono appunto ad avere validità dal lunedì al venerdì solo per pranzo, includono tre piatti fissi del giorno e si aggirano intorno agli Euro 12,00/14,00 a persona, acqua e caffé inclusi. Una buona soluzione per risparmiare, a parità di qualità e/o offerta gastronimica. Un’altra è mantenersi sui tapas bar locali che, come in Andalusia, propongono tapas + caña (birretta) a un paio di euro e sono pensati per e frequentati da abitanti dell’isola. A tal proposito, noi siamo stati da Restaurante Bar Benitez e abbiamo mangiato molto bene, spendendo un terzo della media balearica.

Mesa Ibiza – È un ristorante di quest’area dell’isola che abbiamo trovato carinissimo sia dal punto di vista dell’arredamento che per l’estrema gentilezza del personale e la varietà del menù: si passa dalla pizza (niente di che, ma tant’è), al sushi preparato da una chef giapponese (buono buono), alle poké bowls, alla carne (buona buona) e al pesce (il ceviche, ragazzi). Il tutto a un prezzo favoloso nonostante l’aria ricercata e la location – si trova nei pressi delle turistiche Cala Bassa e Cala Comta, a una decina di minuti di auto da San Antonio.

Posti da non perdersi nell’itinerario a sud di Ibiza

  • Spiagge/luoghi/ristoranti/spiazzi per campervan

Ses Salines – Se sei un’amante delle spiagge caraibiche, Ses Salines a Ibiza e pretty much tutta Formentera fanno per te. Ses Salines è ubicata sulla punta meridionale dell’isola e fa parte del Parco Naturale omonimo che comprende le saline di Ibiza e Formentera, la quale si trova proprio di fronte alla spiaggia. È lunga 1.5 km circa, è immersa in un ecosistema di pinete e dune di sabbia ed è accessibile da vari punti. Suggestiva, unitamente alla sua bellezza naturale dalla bianca sabbia morbida e dalle basse acque cristalline, perché per arrivarci bisogna necessariamente percorrere la strada costruita in mezzo alle saline tendenti al rosa, abitate in base alla stagione da fenicotteri e svariate specie di uccelli migratori (il sale estratto da qui era un tempo il fulcro economico principale dell’isola). Da evitare nel caso di forte vento nella zona sud di Ibiza.

Cala Pluma + Torre di Ses Portes – Se si costeggia a piedi il litorale di Ses Salines si arriva prima alla spiaggetta riparata di Cala Pluma (spesso nudista, ma in realtà il nudismo a Ibiza e Formentera sembra essere di libero arbitrio in qualunque spiaggia – che ridere rega) e poi alla Torre di Ses Portes, altra torre difensiva ibizenca, dove le rocce presenti si aprono in calette di sabbia piccoline, ideali per godersi il panorama e i dintorni nel modo più intimo possibile. Sulle pietre arenarie, per di più, vi sono incisioni tribali ed etniche di artisti anonimi.

El Rey de la Fideuá (Can Salinas) – Si autodenomina il re della fideuá (il piatto tipico valenciano che equivale alla paella, bensì a base di pasta corta, nel caso non la conoscessi), ed effettivamente non mangiavo un piatto nuovo – per me – così buono da anni. Juan Carlos, che è partito dalla Svizzera con le voglie di fideuá, ha amato altrettanto. Come se non bastasse, anche le tapas d’antipasto sono pazzesche, e la location è magica e romantica al punto giusto. Il ristorante è situato nei pressi di Ses Salinas, sulla strada principale che porta alla spiaggia e poco prima di giungervi, sulla sinistra. Come seconda, sempre sublime opzione per il pranzo, davanti al Rey c’è un supermercato che prepara panini al momento con i salumi, i formaggi o la tortilla (diós, che fame), o quali che siano i prodotti locali della giornata.

Playa Es Bol Nou & Sa Caleta – Impressionante per il contesto naturale a strapiombo vertiginoso sul mare, fatto di scoscese rocce argillose dalla tonalità arancione, la spiaggia di Es Bol Nou te la suggerisco perché è perfetta per chi ha anche voglia di storia ogni tanto. Entrando sulla cala e guardando verso il ristorante Sa Caleta, vedrai un sentiero che procede in salita, seguilo e ti porterà in cima alla scogliera, e cercando e perdendoti e seguendo l’istinto da cui tutti veniamo ti ritroverai fra i resti fenici del primo insediamento sull’isola, Sa Caleta, risalente al secolo VII a.C. Se cerchi bene, affidandoti a Google Maps, puoi incappare peraltro in un tunnel che finisce, letteralmente, sul mare sottostante. Sai che emozione. E che fotoricordo. Scendendo poi da quella radura nella direzione opposta rispetto a Es Bol Nou, arrivi alla spiaggetta di Sa Caleta, costituita prettamente da casette di pescatori e scogli su cui prendere il sole o da cui tuffarti nel blu dipinto di blu. Un’altra cosa bella di Es Bol Nou è che se ti piace esplorare e non fermarti all’ingresso, sulla destra della spiaggia principale spunta una prima caletta protetta e superando gli scogli argillosi (che ti puoi spalmare addosso, dicono apportino numerosi benefici) un’altra ancora. Infine, questo tratto di costa nasconde spiazzi perfetti, perfettissimi, per trascorrere la notte in campervan. Dall’insediamento fenicio, abbiamo infatti avvistato qualche veicolo in sosta all’altezza delle scogliere a picco sul mare oltre Es Bol Nou, come puoi vedere in foto. Sicuramente vi si accede da una traversa dopo quella dedicata alla spiaggia, in direzione nord. Un luogo in cui siamo capitati per caso, e per sbaglio, e che si è rivelato essere un piccolo rifugio per van, è un parcheggio stretto fatto di bianchi ciottoli fastidiosi, gli stessi della spiaggia di cui forma il perimetro, Es Codolar – si, dormiresti sull’arenile, praticamente – ubicato un paio di traverse prima di arrivare all’uscita per Es Bol Nou da sud, sulla sinistra, e accessibile passando attraverso un varco disegnato dalle piante.

Atlantis – Per questa ci vuole la resistenza di saper camminare per 45 minuti a/r sotto il caldo, in discesa e in salita ripida, e nel bel mezzo degli scogli e nient’altro, ma ne vale la pena (alert scarpe comode, non è un sentiero per niente facile). Atlantis è uno dei luoghi più mistici di Ibiza, e allo stesso tempo non troppo noto ai turisti. Tra gli elementi che lo caratterizza e che lo rende così magico vi è la presenza di pietre arenarie dai tagli e dalle forme strane, rese tali dalla mano umana che così le lasciò quando da qui estrasse buona parte del materiale usato per costruire la fortezza della città vecchia di Ibiza (Dalt Vila) nel Cinquecento, e scolpite ulteriormente dagli hippie degli anni ‘60 che qui istituirono uno dei loro luoghi di culto. Conseguenza della lavorazione delle rocce di Atlantis sono le bellissime piscine naturali color smeraldo che si formano nelle conche grazie alle onde del mare. Sito perfetto per lo snorkelling, è anche molto amato dalle meduse, attenzione. Vi si accede dallo stesso parcheggio di Torre des Savinar (ricordi il punto panoramico su Es Vedrà di cui ti parlo più sopra?), imboccando il sentiero indicato per Atlantis. Porta tanta acqua.

Ibiza città – Consiglio di visitarla di sera per respirarne l’anima elettrica e felice. Dalt Vila, la città vecchia, è patrimonio dell’UNESCO ed è carinissima, è fatta per perdercisi. A Ibiza poi ci sono sì posti buoni per mangiare. Can Terra è un sogno di pintxos (le “tapas” basche, in stile gourmet), che paghi Euro 1,30 l’uno circa e sono stratosferici. La Bodega fa un pulpo a la gallega buonissimo, e Comida Bar San Juan è il tapas bar tra i più tipici della città. Ma basti aprire Google e c’è davvero l’imbarazzo della scelta.

*nota bene: tutti i luoghi raggruppati in questa sezione sono raggiungibili in massimo 20/30 minuti di auto da San Antonio.

Posti da non perdersi nell’itinerario a Formentera

A Formentera non c’eravamo mai stati prima, ed è stato amore, chimica e sensazione di essere nel posto giusto sin dal momento dello sbarco, al punto da voler allungare immediatamente il soggiorno di una notte, quella che avremmo dovuto invece trascorrere a Ibiza, dove saremmo tornati per altre due notti prima del volo di ritorno. L’esperienza non ha poi tradito quelle premature sensazioni, e anzi mi ha sentito esclamare più volte: “prendiamoci casa qui”. Io, che tra le poche velleità che ho, non ho mai provato vivo desiderio di comprare una casa. Spero di tornarci presto; si respira libertà di essere. Ha qualcosa nell’aria che ancora faccio fatica a comprendere, come quando conosci una persona e da subito ti senti parte di un tutto, ed esattamente dove devi essere. Unica nota negativa, i prezzi, di ogni cosa, eccezion fatta per il motorino, l’auto a noleggio e la benzina. Essendo così contenuta nelle dimensioni e tuttavia così massificata nel turismo, soprattutto italiano, la vita sull’isola non è affatto economica, oltre a essere logisticamente difficile per l’approvigionamento delle materie prime. Quale rifiuto categorico nei confronti dei prezzi folli dei ristoranti, ci siamo ritrovati più volte, ad esempio, a prepararci i panini per il pranzo e a cucinare a casa la sera.

Per arrivarci bisogna salpare dal porto di Ibiza città con una delle tre compagnie di traghetti locali, ognuna con orari, tempistiche e prezzi diversi (in media il tragitto è di 35 minuti). Fuori alta stagione i biglietti si possono tranquillamente acquistare anche la mattina stessa della partenza tramite il tuo hostal, i rivenditori autorizzati nelle cittadine, le compagnie stesse nella zona del porto, o comunque online. Noi abbiamo comprato biglietti di andata e ritorno a data e orari aperti presso il nostro hostal a San Antonio al prezzo di Euro 40,00 a/r a testa. Le compagnie operative sulla tratta Ibiza – Formentera con maggior frequenza giornaliera sono Balearia e Trasmapi, la più economica ma sporadica nelle corse è Aqua Bus. Conviene comprarli a/r con la stessa compagnia per risparmiare. Sconsiglio di portarti un eventuale veicolo noleggiato a Ibiza sul traghetto per Formentera in quanto l’assicurazione di Ibiza tende a non coprire eventuali incidenti o guasti a Formentera.

*nota bene: tutti i luoghi elencati qui a seguire sono raggiungibili in massimo 30/40 minuti di motorino da ogni punto dell’isola.

  • Spiagge/luoghi/ristoranti

Caló Des Mort – La mia cala preferita di Formentera. C’è capienza per un massimo di 15 bagnanti, l’arena è mista a polvere di corallo rosa e l’acqua cristallina è di un calmo che fa spavento. Come il contesto naturale in cui è immersa. Ci sono anche tanti pesciolini. Ci si arriva parcheggiando il veicolo nella pineta circostante e camminando per le dune di sabbia bianca soffice soffice. È un colpo al cuore quando compare ai tuoi piedi. E poi c’è il Chiringuito Bartolo nella cala a fianco che è carinissimo, piedi nella sabbia.

Es Caló de Sant Agustí – Frequentato da molti locals e da poco turismo di massa, questo agglomerato urbano quasi a sud dell’isola conta uno dei migliori ristoranti di pesce di Formentera, Can Rafalet, il miglior ristorante di paella, Es Caló, tante calette rocciose da cui buttarsi nel mare idilliaco che distingue l’isola e molteplici casette di pescatori. Ideale per alloggiarvi in quanto è solito offrire tariffe più basse della media, almeno fuori stagione, ha tutto quello che serve: un paio di supermercati, pochi ristorantini ma buoni ed è prossimo alla punta meridionale, la Mola, dove si erge uno dei due fari famosi de la isla, il Far de la Mola. A proposito del Far de la Mola, nel paesino di Pilar de la Mola, sulla strada per il faro, ogni mercoledì e domenica sera vi è il mercatino hippie locale, caro tanto quanto quello di Ibiza, o forse più. Decisamente commerciale ormai, ma carino se ti interessa l’artigianato e sei di strada. Sulla strada principale per arrivare a la Mola, nello specifico nel tratto in salita e in curva, ti suggerisco di fermarti presso il ristorante El Mirador per ammirare la vista impressionante su Formentera. Non c’è bisogno di consumare – proprio davanti al ristorante c’è una piccola radura nella natura cui sedersi e sorridere.

Cala en Baster – La cala meno conosciuta dell’isola, merita per un tuffo tra barchette, casette dei pescatori e grotte vista celeste.

Sant Francesc de Xavier – Il paesino più carino e caratteristico di Formentera, noto per l’architettura balearica del centro storico e i numerosi localini e ristorantini, fantastici per la colazione prima di scappare al mare. Vi sono anche dei negozietti di artigianato, calzature e abbigliamento che sono la fine del mondo (anche per i prezzi, senza parlare della colazione – circa Euro 7,00 per un succo di frutta fresca e un macchiato).

Sant Francesc de Xavier, Formentera
La chiesetta del paese

Playa de Migjorn – Spiaggia caraibica, dalla sabbia bianca e dall’arenile lunghissimo (6 km), ma per lo più strettissimo. Frequentata in particolare verso fine pomeriggio e l’ora del tramonto per i chiringuitos che ne compongono un po’ l’essenza. Alcuni molto moderni, altri più sauvage. Il chiosco che è ancora battuto dai locals e dai lavoratori – e pure dai nudisti – e non ha perso lo stile hippie originario è il Kiosko 62.

Cala Saona – Cala meravigliosa, sia per il mare azzurro che più azzurro non si può che per uno dei tre tramonti più belli di Formentera. E della vita. Io bimba dei tramonti, chiedo venia. C’è anche un chiringuito in cima alla scogliera da cui gustarsi un mojito o due mentre si attende il sole e l’acqua infuocati che puntualmente decorano la cala.

Far del Cap de Barbaria – Qui ha luogo il secondo tramonto più bello dell’isola. Sito sulla punta meridionale di Formentera parallela a quella del Far de la Mola, a circa 40 minuti da Es Caló, e poco oltre Cala Saona, è un faro famoso per essere apparso in un vecchio film cult spagnolo, “Lucía y el sexo”, e simbolo di Formentera. Ci si arriva posteggiando l’auto alla fine della strada che passando oltre Cala Saona termina qui e proseguendo a piedi sul percorso adibito per circa 15 minuti. È un posto quasi sovrannaturale – un’amica spesso ci va per dare avvio ai pensieri e cercare di rimetterli in ordine. Quando me lo descrisse in questo modo inizialmente non capii; poi ci ho messo piede ed è stato tutto chiarissimo. Se a causa di una sfortunata serata nuvolosa non riuscissi ad assistere al tramonto, non temere, scendi nella grotta scavata sotto ai tuoi piedi – vedrai una buca e una scaletta all’interno di un’area cordonata proprio a lato del faro – cammina aiutandoti con la torcia del telefono sino all’apertura nella scogliera e respira a pieni polmoni. Cosa darei per essere lì in questo momento.

Ses Illetes & Platja de Llevant – Sono due strisce vergini di spiaggia caraibica che costeggiano la punta settentrionale di Formentera su entrambi i lati per circa 1 km in totale, accessibili da vari punti. Sia Illetes che Llevant fanno parte del Parco Naturale de Ses Salines a cui appartiene anche la spiaggia omonima a sud d’Ibiza di cui ti parlavo poco più su – pure qui, infatti, si accede alle spiagge passando per le saline locali, e pagando inoltre un pedaggio variabile in base al veicolo (circa Euro 2,00 / 4,00 al dì, gratis se a piedi o in bici). Ses Illetes, la spiaggia eletta più bella della Spagna, è sita sul lato occidentale, mentre Llevant si trova sul lato orientale. Camminando oltre i numerevoli isolotti di rocce che le frammentano, e attraversando le molteplici calette che piacevolmente compaiono a intermittenza, si raggiunge la cala sulla punta più settentrionale de la isla, da cui, se il mare assiste, si può arrivare a piedi, in acqua, sull’isola S’Espalmador di fronte (mi raccomando, solo in caso di mare calmo e acqua bassa, e in assenza di corrente forte). In uno di questi frammenti di sabbia, pietre e scogli abbiamo trovato una minuscola caletta scavata da madre Natura apposta per due. Frequentate da molti nudisti, la cosa bella di questo lembo di terra è che se una parte delle due è particolarmente battuta dal vento, vi sarà sempre l’altra ad accoglierti con il mare pacato e azzurro cielo a poche orme di distanza. Belle da morire. Pro tips: portati un panino, i ristoranti lì sono inavvicinabili e il rapporto qualità/prezzo non è assolutamente conveniente. Il terzo miglior tramonto dell’isola lo puoi catturare vicino a Ses Illetes, al Beso Beach.

Restaurante Capri – Ce l’ha suggerito il nostro proprietario di casa a Formentera, Juan, la cui famiglia vive lì da generazioni, dicendoci che è il suo ristorante di pesce preferito in assoluto, anche per i costi decisamente contenuti rispetto alla media isolana. E aveva ragione. Rannicchiato dietro una delle vie principali di Es Pujols, la località italiana di Formentera, l’esperienza è stata fuga e ripresa per i cinque sensi. Servizio, menù, porzioni e conto divini. Stra-stra-consiglio.

Cala Escondida, Ibiza e Formentera itinerario
Cala Escondida, Ibiza

“Por la libertad, así como por la honra, se puede y se debe aventurar la vida.”

El Don Quijote, Cervantes

Per le Baleari è tutto per ora, se vuoi leggere qualcos’altro sulla Spagna ti consiglio il mio articolo su Tarifa, nel sud dell’Andalusia.

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